Uno dei punti su cui poco si discute,
all'interno dei vari gruppetti che compongono il vastissimo arcipelago
ermetico-alchemico, è la necessità di fare ordine all'interno di noi stessi.
Salvo rare eccezioni (e quasi tutte riferentesi a gruppi che seguono la tanto
fastidiosa e noiosa Tradizione), si immagina di poter già iniziare ad
effettuare determinate operazioni. Siano esse di natura strettamente magica o
alchemica, poco importa. Il punto è che non conosciamo noi stessi. Perciò si
dovrebbe sempre insistere, al costo di perdere aderenti alla propria
organizzazione, sull'inappellabile necessità della purificazione. Questa
parola, di cui si è forse abusato nel passato, senza peraltro esplicare bene le
modalità attraverso le quali questa sarebbe dovuta avvenire, risulta essere
invece essenziale, se si tende a uno sviluppo corretto e integrale del proprio
potenziale.
Visto che a noi piace parlare chiaro, e oggi più che mai appare necessario farlo, diremo che la cosiddetta purificazione non è affatto un processo di natura morale, come spesso si è cercato di far credere (volutamente o meno), ma più semplicemente riordinare la totalità o quasi dei processi della cosiddetta macchina biologica. Intendendo per quest'ultima molto di più dell'apparato fisico di cui siamo rivestiti.
Visto che a noi piace parlare chiaro, e oggi più che mai appare necessario farlo, diremo che la cosiddetta purificazione non è affatto un processo di natura morale, come spesso si è cercato di far credere (volutamente o meno), ma più semplicemente riordinare la totalità o quasi dei processi della cosiddetta macchina biologica. Intendendo per quest'ultima molto di più dell'apparato fisico di cui siamo rivestiti.
E' vero che la cosiddetta morale (anche
quella che si riferisce al mondo occidentale e al nostro tempo) può risultare
utile, nel processo. Spesso la macchina è così sporca e deteriorata, nelle sue
funzionalità, che un indirizzo morale può servire a incanalare l'attività in
modo da facilitarla. Ma non è per tutti, naturalmente. E nelle Vie attive e
solari, poi, lo è ancor meno, in quanto queste sono consapevoli del valore
della morale soltanto in funzione di ciò che essa può consentire di ottenere.
Ma il mondo in cui viviamo è abituato a pensare, invece, che la morale sia un
insieme di norme - magari non scritte - ma ragionevoli e largamente condivise,
che sarebbe bene seguire, a prescindere.
No: questo non funziona, nella Via.
Nella migliore delle ipotesi può
funzionare solo per taluni, specie per i seguaci della Via Umida. Se poi questi
si renderanno conto, nel corso del tempo, dell'utilità della morale, bene:
potranno in linea teorica accedere ad un livello più consapevole della
situazione. In alternativa, la strada dei cosiddetti Santi è sempre aperta,
soprattutto in un'epoca di crisi vocazionale... :-)
Un bel po' di tempo passato a mettere
ordine, comunque, è indispensabile. La durata di tempo, ovviamente, varia da
individuo a individuo. In questo periodo, che potremmo definire probatorio, si
deve analizzare con severità la propria natura egoica, e far emergere tutto il
lordume che impedisce una chiara presa di coscienza. Gli esercizi sono
molteplici, e se si desiderassero indicazioni più precise, si può rimandare
tranquillamente ad alcuni esercizi pitagorici, ripresi poi da Steiner,
Gurdjieff e compagnia, solo per citare due tra i più noti.
Ricercare un qualcosa di simile allo
stato di Presenza, comunque, è di indubitabile importanza: solo in questo modo
si può osservare. E a questo livello, per i fini che ci si propone, osservare è
tutto. E' davvero tutto, e un buon praticante non dovrebbe fare altro.
Limitarsi a osservare, invero, produce già una trasmutazione interiore: se non
altro, per essere esemplificativi, perché si crea una separazione tra
l'osservatore e l'osservato. Di fatto, ciò non poteva accadere, prima.
Per quanto questo sia un lavoro noioso,
è fortemente raccomandabile, a costo - come già detto - di attendersi la
perdita di allievi, anche quelli che apparivano più promettenti. Più la
macchina viene osservata, più verrà pulita (in una fase successiva): più
facilmente, allora, si potranno mettere in moto dei meccanismi nei livelli
superiori, meccanismi che - se non lubrificati a sufficienza - una volta
azionati causerebbero con ragionevole probabilità la rottura della macchina.
Con conseguenze poco gradevoli, giusto per essere generosi con i termini.
